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mercoledì 28 agosto 2019

Mediterraneo sempre più caldo: ondate fino a 2 gradi sopra la media nelle acque profonde

Uno studio francese ricostruisce 35 anni di storia delle ondate di calore "marine" nel Mediterraneo, rilevando temperature di superficie record nel 2012, 2015 e 2017. Meno frequenti gli episodi di profondità, ma più lunghi e intensi di quelli di superficie e mettono a rischio gli ecosistemi marini 

28 AGOSTO 2019 Come accade per l'atmosfera terrestre, anche le acque degli oceani sono soggette a ondate di calore, episodi di riscaldamento anomalo del mare che si verificano a diverse profondità e minacciano gli ecosistemi marini. Le correnti oceaniche e le alte temperature dell'aria sono tra le cause più comuni, favorendo la formazione di zone di mare più calde e creando flussi con scambio di calore tra aria e mare. Il mar Mediterraneo è soggetto a ondate di calore che colpiscono anche i suoi strati profondi, dove la temperatura può aumentare fino a 2 gradi rispetto alla media. Il fenomeno si avverte soprattutto nello Ionio e nella zona sud occidentale e rischia di decimare le specie, soprattutto coralli alghe e spugne. Questo è quanto emerge dalla ricostruzione di 35 anni di storia delle ondate di calore nel Mediterraneo pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters da un team di ricercatori del Centro Nazionale Francese per le Ricerche Meteorologiche a Tolosa e Università di Tolosa, coordinato da Pierre Nabat.  Nel 2003, ad esempio, il mar Mediterraneo ha subito un'ondata di calore devastante che ha decimato popolazioni di spugne, alghe e coralli. Fenomeni che potrebbero diventare più frequenti nei prossimi decenni a causa dei cambiamenti climatici che anche sulla terraferma fanno registrare un caldo record, con temperature al suolo, in agosto, fino a 50 gradi in molte aree del sud Italia, e con luglio 2019 che è stato il mese più caldo degli ultimi 140 anni.  

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