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martedì 19 marzo 2019

Io, combattente italiano in Siria al fianco dei curdi: “La guerra con l’Isis non è finita”

Le Forze democratiche siriane hanno costretto i miliziani dell'Isis a rifugiarsi a Baghouz e si apprestano a conquistare gli ultimi chilometri quadrati ancora in mano ai jihadisti. L'ideologia dell'Isis resta però una minaccia da non sottovalutare


La fine dell’autoproclamato Stato islamico in Siria è ormai vicina.
Dopo cinque anni di guerra le forze curdo-arabe delle SDF (Forze democratiche siriane) hanno ripreso il controllo della provincia di Deir el Zor, nel sud-est della Siria, e si apprestano a riconquistare gli ultimi chilometri quadrati ancora in mano all’Isis.
I jihadisti, dopo essere stati cacciati dalla roccaforte di Hajin, si sono rifugiati nei villaggi circostanti radunandosi a Baghouz, diventato teatro dell’ultima battaglia contro lo Stato Islamico.
Per sapere come procede lo scontro finale e cosa significa la sconfitta dell’Isis in Siria TPI ha contattato telefonicamente Lorenzo Orsetti [chi era], combattente italiano nelle fila delle SDF.
Come procede la battaglia per riconquistare Baghouz?
Io adesso mi trovo ad Al Hasaka (nel Rojava, ndr), sono appena tornato da Baghouz. In battaglia non hai la possibilità di riposare né di lavarti, per cui le squadre al fronte si danno il cambio ogni 15 giorni.
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