Sono state le protagoniste della liberazione dall'Isis. La parità sul campo di battaglia per Erdogan e gli altri regimi è un problema culturale e politico
Quella bandiera su Baghouz non deve sventolare più. Quella vittoria va cancellata al più presto. Perché è scomoda a molti. A tutti coloro che non possono accettare che a cancellare il Califfato siano state le milizie curde siriane. Erdogan, Assad, Khamenei: diverse motivazioni, stesso obiettivo: contenere, stroncare qualsiasi velleità politica, qualsiasi anelito autonomista dei vincitori di Baghouz. Ragioni geopolitiche: l'obiettivo strategico della Turchia è quello di creare un protettorato ottomano nel nord della Siria, spacciandolo per una "zona cuscinetto" anti-terrorismo. I turchi sono presenti con truppe speciali e reparti corazzati a Bulbol, Azaz, Marea, attorno ad Afrin; a Jarabulus, Al-Bab, Qabasin, attorno a Manbji; e a Sarabiq, Marraat al-Numan, Khan Sheikhoun, con posti di osservazione e piccole basi avanzate, attorno a Idlib. Ankara attende il nulla osta del Garante della pax siriana, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, per qualsiasi mossa post operazione dei curdi. Avendo la Russia una forte influenza su Erdogan, per via di una serie di ragioni come anche la nuovissima centrale nucleare che Roscom sta costruendo in Turchia, è chiaro che l'intenzione di Assad di voler tornare anche nella Siria nord-orientale ricca di petrolio passerà evidentemente da un accordo con Mosca (via Ankara). E il presidente Erdogan, dopo l'anno finanziario difficile che ha trascorso per via dei ripetuti crolli della lira turca, vedrebbe di buon occhio la ricostruzione siriana, pesandola come un'occasione irripetibile per le imprese turche.
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