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lunedì 7 novembre 2011

Governo in bilico: «Berlusconi sta per lasciare». Ma il premier smentisce

Ferrara: «Questione di ore e cede il passo». Letta:  «Se cade l'esecutivo, gli impegni restano»

MILANO - «Che Silvio Berlusconi stia per cedere il passo è cosa acclarata, è questione di ore. Alcuni dicono di minuti». E' questo il commento, affidato a un messaggio video, che scatena la ridda di ipotesi sull'ultima tappa del governo Berlusconi. Autore il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, che affida il suo messaggio a un video pubblicato sull'edizione online del quotidiano. Ferrara parla anche del dopo, dicendo che «qualunque soluzione mascherata di emergenza che non siano le elezioni subito è inutile». Notizia accreditata anche dal vice direttore di Libero, Franco Bechis, che su Twitter annunciava pochi minuti prima che il vertice Pdl di domenica sera «si è chiuso con l'intesa che entro domani» Berlusconi «annuncerà» le dimissioni e proporrà un «governo Letta».  

IL PREMIER - Ma il presidente del consiglio, al momento a Milano per un pranzo di lavoro nella sua villa di Arcore con i figli Pier Silvio e Marina e con il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, smentisce categoricamente: «Le voci di mie dimissioni sono destituite di fondamento e non capisco come siano circolate», ha detto il premier. Che in giornata potrebbe incontrare anche il leader della Lega Umberto Bossi. Da Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, la conferma: «Ho parlato poco fa con il presidente Berlusconi che mi ha detto che le voci sulle sue dimissioni sono destituite di fondamento». Anche ieri, per tutto il giorno, Berlusconi aveva smentito l'ipotesi di un passo indietro. Dal suo staff la conferma che il Cavaliere non avrebbe alcuna intenzione di mollare, nonostante le pressioni provenienti dallo stesso Pdl: la linea emersa, e che è stata consigliata al premier nel corso del vertice notturno di palazzo Grazioli, è quella di lasciare per «favorire un governo Letta». C'è sul campo ancora l'ipotesi che Berlusconi tenti oggi in extremis di «riacciuffare» qualcuno dei dispersi e, qualora non ce la facesse, si dimetta tra stasera - quando tornerà a Roma - e domani. Magari dopo il passaggio del voto sul Rendiconto previsto a Montecitorio, che anche senza maggioranza passerebbe grazie all'astensione delle opposizioni.

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