Il web è ormai il 2% del nostro Pil È ora di un ministro di Internet?
Un'industria con tassi di crescita del 18% annuo. Serve qualcuno che sappia dialogare con il mondo delle start up
MILANO - Mentre si consumano le
consultazioni per il nuovo governo Monti sembra lecito lanciare un seme
per il futuro dell'Italia e della crescita del Pil, la cui debolezza è
il vero cancro del bilancio pubblico, dell'occupazione e della speranza:
anche se la bulimia dei prodotti tecnologici a cui ci ha abituati il
consumismo 2.0 ci trasmette l'idea di un settore più che altro
merceologico, l'economia digitale ha ormai uno status nobile di cui vale
la pena interessarsi. Secondo le più recenti analisi di McKinsey
l'industria del web in Italia rappresenta ormai il 2% del Pil, cioè
oltre 30 miliardi di euro, e per Marc Vos, managing director di Boston
Consulting Group, si stima un solido 4% entro il 2015. Poco? Oggi
l'Agricoltura - che ha un proprio ministero - rappresenta il 2,63% del
Pil (dati Istat). E dunque è probabile che nella prossima legislatura
avvenga il sorpasso: più Internet, meno cabernet, rielaborando un
vecchio e famoso graffito popolare.
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