Sentenza-bomba della Corte Costituzionale, una tegola per i conti dell’ente previdenziale
Dalla Corte costituzionale arriva una sentenza-bomba per i conti
dell’Inps, una bella grana imprevista per il governo. La Corte
Costituzionale, con una sentenza depositata oggi, relatore il giudice
Silvana Sciarra ha infatti bocciato il blocco della perequazione, ovvero
la rivalutazione legata all’aumento dell’inflazione, introdotta nel
2011 dal governo Monti col famigerato decreto Salva-Italia.
CHE COSA SIGNIFICA
In pratica, con quelle disposizioni, ribattezzate “legge Fornero” e
subito contestate dai diretti interessati, venivano bloccati gli aumenti
di tutti i trattamenti più ricchi, quelli che superavano di tre volte
il minimo Inps, per gli anni 2012 e 2013. Per la Corte, nonostante quel
blocco fosse motivato dalla «contingente situazione finanziaria», ovvero
dalla crisi che finanziaria che stava aggredendo il nostro Paese, è
incostituzionale. Secondo i supremi giudici, infatti, «l’interesse dei
pensionati, in particolar modo i titolari di trattamenti previdenziali
modesti, è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme
percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una
prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente
fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze
finanziarie non illustrate in dettaglio».
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