Dopo tre mesi di lockdown, conclusosi la scorsa settimana, lo stato di Victoria, in Australia, ha registrato zero nuovi casi di Covid-19 per l’ottavo giorno consecutivo. Le severe restrizioni applicate, che hanno interessato prevalentemente le città più grandi, hanno impedito al virus di diffondersi, facendo diminuire le nuove infezioni dai 700 contagi giornalieri (picco raggiunto ad agosto) a zero.
Come l’Australia ha sconfitto il Covid
La strategia attuata dallo stato australiano contro il Covid si è distinta per essere una delle più severe e stringenti in tutto il mondo. Tre mesi di stop, nei quali ai cittadini non era permesso uscire se non per motivi di comprovata emergenza. In queste settimane le saracinesche dei negozi sono state abbassate, le vendite al dettaglio sospese e gli spostamenti delle persone limitate al minimo indispensabile.
Il piano anti-Covid dell’Australia non è stato pensato per sconfiggere il virus che, generalmente, si può considerare estinto solo dopo 28 giorni senza infezioni acquisite localmente (ovvero di una fonte sconosciuta e, quindi, non tracciabili). Fin dall’inizio, come ha spiegato il governo federale, l’obiettivo dello stato è stato quello di non avere alcuna trasmissione comunitaria. Questa strategia, è stato spiegato, è nota come “soppressione aggressiva” e si basa sull’individuazione precoce di nuovi casi e sull’arresto delle catene di trasmissione.
Un piano che, alla fine, ha funzionato: secondo gli esperti, infatti, se a Victoria i contagi rimangono a zero e nel resto del territorio australiano i nuovi casi si mantengono al minimo (come adesso, con soli 5 positivi registrati nel New South Wales), il Covid in Australia potrebbe estinguersi definitivamente. Questo perché i due stati (Victoria e New South Wales) sono responsabili del 90% dei casi di Covid-19 del paese e del 96% dei decessi.
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