Il piano fiscale del nuovo presidente prevede tra l'altro l'aumento dal 21 al 28% della corporate tax ridotta da Trump e una sanzione per chi delocalizza. Su anche l'aliquota massima per individui che guadagnano oltre 400mila dollari e un'imposta del 39,6% sui redditi da investimento oltre 1 milione di dollari. L’aumento di gettito non basterà a finanziare l’intero programma: servirà un aumento di deficit e debito. Probabile un cambio di rotta della politica commerciale americana nei confronti della Ue, ma non subito
Aumento delle tasse sulle imprese e i più ricchi, sostegno al welfare, investimenti in infrastrutture, educazione e sanità: ecco la Bidenomics, la piattaforma economica del ticket Biden-Harris alla Casa Bianca. L’aumento di gettito, tuttavia non basterà a finanziare l’intero programma, e così sembra fin d’ora inevitabile un aumento di deficit e debito. Con effetti sul pil ancora incerti. Molto però dipenderà dall’esito del ballottaggio in Georgia per due seggi del Senato, il 5 gennaio: se i Repubblicani manterranno la maggioranza potranno limitare le mosse del nuovo presidente sul fronte fiscale. Probabile comunque un cambio di rotta della politica commerciale americana almeno nei confronti della Ue. Senza fretta, però: almeno all’inizio, sul fronte delle tariffe e dei dazi, il cambio di guardia a Washington potrebbe passare addirittura inosservato.Continua qui
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