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lunedì 15 giugno 2015

Istat, Italia sempre più 'vecchia': crollo delle nascite, oltre 44 anni l'età media

Lo scorso anno molti più decessi che nascite: il bilancio è di -100mila unità, record dalla Grande Guerra. La popolazione a crescita zero grazie ai flussi migratori. I dati contenuti nel Bilancio demografico 2014 dell'Istituto di Statistica


ROMA - Neanche 'l'inutile strage' della Prima Guerra Mondiale aveva portato ad un bilancio demografico come quello emerso oggi dal report Istat riferito al 2014. Dati allarmanti, che raffigurano un Paese ormai sempre più vecchio (età media 44,4 anni), un inesorabile crollo delle nascite (-12mila nati rispetto al 2013), capace di mantenere la sua capacità demografica solo grazie agli immigrati.

L'INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE. Il dato più sorprendente del Bilancio demografico Istat 2014 è quello relativo al rapporto nascite-morti che porta l'Italia indietro di 100 anni: il movimento naturale della popolazione (nati meno morti) ha fatto registrare nel 2014 un saldo negativo di quasi 100 mila unità, che segna un picco mai raggiunto nel nostro Paese dal biennio 1917-1918, quando però si continuava a morire al fronte durante il primo conflitto mondiale). Rispetto al 2013 sono stati registrati quasi 12 mila nati in meno. Anche i nati stranieri continuano a diminuire (-2.638), pur rappresentando il 14,9% del totale dei nati.


Le conseguenze di questi dati si fanno sentire anche in termini di età media, in costante aumento nell'ultimo triennio e arrivata a 44,4 anni. Un dato che si alza al Centro-nord (dove supera i 45 anni) mentre nelle regioni del Mezzogiorno il valore è di poco superiore ai 43 anni. A livello regionale l'età media è più elevata in Liguria (48,3 anni) seguita da Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Piemonte e Umbria, che presentano valori superiori ai 46 anni. Regioni con valori al di sotto della media nazionale sono Trentino-Alto Adige (42,9 anni), Lazio (44,1 anni), Sicilia (42,9 anni) e Campania (41,5 anni).

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