Dopo la mossa di Tsipras, a Bruxelles passa la linea dei falchi:
bocciata la richiesta di Atene che chiedeva una settimana di 'sostegno'
in più per svolgere la consultazione senza l'incubo del default. Si
comincia a parlare del Piano B e del fallimento parziale del Paese.
Dijsselbloem: "Dobbiamo prepararci a tutto per salvare stabilità
eurozona"
ROMA - Un lungo silenzio,
poi i botti. Così i partner dell'Unione europea, il Brussels group che
riunisce i creditori e singoli governi hanno accolto la decisione di Alexis Tsipras di affidare al giudizio del popolo il verdetto sul piano
proposto dall'Eurogruppo e dal Consiglio europeo, per conto dei
creditori (Ue, Bce e Fmi). Soprattutto, alimentato dalla spinta dei
'falchi', è arrivato il no dell'Eurogruppo all'ultima richiesta di
Atene, quella settimana di proroga degli aiuti che avrebbe consentito ai
greci di arrivare al referendum senza l'incubo della chiusura delle
banche e del fallimento del Paese.
L'Eurogruppo invece ha respinto la
richiesta e, dopo una breve sospensione, si è riunito nuovamente e senza
la delegazione greca per discutere per la prima volta dell'eventualità
tanto temuta: il possibile fallimento parziale della Grecia.
All'incontro partecipano anche Mario Draghi per la Bce e Christine
Lagarde per il Fondo monetario internazionale, il 'creditore' al quale
Atene dovrebbe versare entro martedì sera 1,6 miliardi che a ora non ha.
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