«Abbiamo sbagliato e abbiamo pagato, ma adesso una legge troppo severa
ci impone di chiudere, è incredibile». Gaetano Marino, da ventotto anni
l’unico panettiere di Milo, paese di un migliaio di abitanti ai piedi
dell’Etna, racconta assieme alla moglie Giovanna tutta l’amarezza
provata ieri mattina, quando la Guardia di finanza di Riposto ha posto i
sigilli agli ingressi del suo panificio, una bottega accanto alla porta
di casa, lungo la strada per la montagna.
L’Agenzia delle Entrate ha contestato a questo piccolo imprenditore,
originario di Santa Venerina, la mancata emissione di quattro scontrini -
uno per anno, dall’estate del 2011 al settembre del 2014 - per un
incasso totale di otto euro e trenta centesimi sottratti al controllo
fiscale. È proprio l’ammontare irrisorio della cifra che sembra stridere
nettamente con l’entità della sanzione, esecutiva appunto da ieri,
erogata sulla base del decreto legislativo n. 471/1997 che, con le
successive modifiche, disciplina i provvedimenti per violazioni non
penali in materia di imposte dirette e Iva: sei giorni di sospensione
della licenza che consente l’esercizio dell’attività.
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