Alla vigilia dell'8 marzo,
colpisce il fatto che non si siano fatti grandi passi avanti sulla
strada della parità di rappresentanza tra i sessi nonostante il
Rosatellum abbia introdotto una norma sull'equilibrio di genere
di ALBERTO CUSTODEROROMA - Centottantacinque alla Camera e 86 al Senato. La pattuglia parlamentare femminile, alla vigilia della festa delle donne dell'8 Marzo, riparte da questi numeri: nonostante il Rosatellum abbia introdotto una norma sull'equilibrio di genere, non si sarebbero fatti grandi passi avanti sulla strada della parità di rappresentanza tra i sessi. All'Assemblea Costituente erano state elette 21 donne.
Il Rosatellum prevede infatti che almeno il 40 per cento delle candidature debbano essere donne. Ma possono esserci almeno due motivi per cui la percentuale delle elette è così bassa. Il primo: sono stati garantiti agli uomini i collegi uninominali sicuri. Il secondo: la legge consente anche fino a cinque pluricandidature nei listini: assegnare alla stessa donna cinque posti in posizione eleggibile, significa la certezza di far entrare una sola donna e i quattro uomini che la seguono nell’ordine. La legge è rispettata, lo spirito dell’equilibrio di genere un po’ meno.
E così la presenza femminile in Parlamento, dopo le elezioni del 4 marzo, appare in attesa dei dati defintivi in linea con la legislatura precedente (addirittura identico a Palazzo Madama), con una leggera flessione a Montecitorio, dove nel 2013 le elette furono 198.
Continua qui
Nessun commento:
Posta un commento