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giovedì 14 maggio 2020

Alessandro Pagano, il siciliano leghista camaleonte che difendeva l'immigrazione

Oggi va alla Camera per definire Silvia Romano una terrorista, così da dimostrare fedeltà al Carroccio. Ma fino a quando era deputato di Angelino Alfano andava in visita ai Cie parlando di integrazione e accoglienza. Un campione di trasformismo più che di coerenza

"Lo scandalo è per i nostri trentamila connazionali morti di Covid, con tubo in gola, senza un nome sui media… invece una sconosciuta che viene liberata con riscatto faraonico, che torna sposata e convertita, le fanno una festa degna della vittoria al campionato del mondo di calcio". Lo scriveva alle 11 e 12 minuti di lunedì mattina sul suo profilo Facebook il deputato della Lega Alessandro Pagano. E poi via via, post contro il governo Conte, santini, appelli per riaprire le chiese, e poi quelli che hanno come tematica l’immigrazione, meglio se, come dice il deputato, clandestina.

Lo stile comunicativo è quello della Lega voluta e immaginata da Matteo Salvini, così in poco tempo e con un adattamento camaleontico Pagano si è completamente padanizzato. Poi martedì si è superato. Neanche Matteo aveva ancora osato tanto. Pagano ha definito Silvia Romano, tornata in Italia dopo 18 mesi di sequestro e in mano ai terroristi somali di Al Shabaab, una “neo terrorista”.  

Ma chi è Alessandro Pagano? Vecchia gloria della politica siciliana, originario di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, 61 anni, insegnate e commercialista, laureato in economia e commercio e scienze bancarie presso l’università di Messina. Esponente di Alleanza Cattolica, un’associazione che si propone lo studio e la diffusione della dottrina sociale della Chiesa, è cresciuto politicamente nel Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano.

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