Noi siamo i medici del pronto soccorso di Armavir. Non abbiamo ricevuto i pagamenti promessi. Nessuno. Né un rublo. Né un copeco». Vestiti in tute blu, facce coperte dalle mascherine, dottori e infermiere si sono disposti a scacchiera sul piazzale delle ambulanze, in rigido distanziamento, per scandire in coro il loro messaggio al presidente.
Il loro tono non è disperato, e nemmeno troppo arrabbiato, quasi canzonatorio.
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