Il calvario di Stefania La Fata, 30enne palermitana: a marzo il contagio a Milano, quindi il ricovero al Niguarda e il trasferimento in terapia intensiva. Pensando di essere guarita, era tornata a vivere dalla madre a Partinico per la quarantena. Poi la doccia gelata
Ricoverata per un mese all'ospedale Niguarda di Milano, dopo esami e terapie si considerava guarita. E a confortarla erano arrivati i risultati di tre tamponi per coronavirus, tutti negativi. Così Stefania La Fata, trentenne di Trappeto in provincia di Palermo, aveva deciso di tornare dalla Lombardia in Sicilia, trasferendosi a casa della madre, a Partinico, per sottoporsi nuovamente alla quarantena. Poi è ripiombata nell’incubo da cui credeva di essere definitivamente uscita: la donna, infatti, è risultata positiva a due tamponi per Covid-19. E il suo calvario è ricominciato, dopo tante sofferenze.
A raccontarlo è lei stessa sulla sua pagina Facebook, prima di decidere di disattivarla e disintossicarsi un po’ dai social. "E ci risiamo - ha scritto la giovane in un post - due tamponi entrambi positivi. Ricomincia il calvario, si ricomincia da zero: ricovero in ospedale, esami, torture, terapie, ma soprattutto male e sofferenza. Lotto ormai da marzo e mai mi sarei aspettata di essere di nuovo positiva e di dover ricominciare da capo. Il Covid-19 non si arrende, ma nemmeno io. Voi - conclude polemica - uscite pure senza mascherine e create assembramenti. Purtroppo c’è chi ancora non ha proprio capito un c...o di questo virus. Gente ignorante e incosciente!".
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