TORINO. Il Molise è al primo posto, ma è un caso a parte nel panorama nazionale, e il cluster di contagi al campo rom di Campobasso (80) ha drogato le analisi, facendo balzare la regione in testa a tutte le classifiche. Ma sono altri i numeri che preoccupano. A due settimane dall’allentamento del lockdown, il Piemonte permane nel gruppo di testa delle regioni dove il virus continua a correre. Per capire cosa sta succedendo bisogna dare un’occhiata ai numeri di questi quindici giorni di lenta apertura, elaborati da Federico Fornaro, capogruppo di Leu alla Camera. Eccoli. In Piemonte ha contagi in crescita del 7,2 per cento meglio solo di Liguria (9,57), Lombardia (9,44), e Lazio (9,36). Numeri alti? Sì, specialmente se si pensa che a livello nazionale la crescita media è del 6,25 per cento.
Detto così, può apparire complesso comprendere la gravità della situazione. E allora è meglio affidarsi ai numeri assoluti. Eccoli. Nei quindici giorni passati ci sono stati 13.168 nuovi casi di contagio in tutto il Paese. La Lombardia ne ha avuti 7 mila, il 55 per cento del totale. Il Piemonte 2.117, vale a dire più del 16 per cento. Ed è la seconda regione. L’Emilia ne ha mille in meno (1.216 ) ed è terza. Il Veneto, che ha sofferto le pene dell’inferno a marzo e aprile, ne ha soltanto 623 ed è in sesta posizione.
«Alla luce dei dati delle prime due settimane dopo la fine del lockdown, appare condivisibile la scelta del presidente Cirio e della giunta piemontese di procedere a una apertura progressiva delle attività commerciali», dice Fornaro. «Siamo ancora in emergenza sanitaria e il Covid non è battuto».
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