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domenica 3 maggio 2020

Due famiglie in quarantena per 74 giorni, il padre era andato alla Cometa il 22 febbraio

Due famiglie «sequestrate» da due mesi: la famiglia di Monica Marzano e quella dei suoi anziani genitori attende dai primi di marzo il tampone. Entrambe si mettono in auto quarantena dopo che il padre della donna, il 22 febbraio, era andato a ballare alla Cometa di Sale. «Mio papà - spiega Monica Marzano -, subito dopo l’appello del 25 febbraio di Mario Raviolo (all’epoca coordinatore dell’Unità di crisi regionale, ndr), aveva comunicato la sua presenza nel locale al medico di famiglia, che subito fatto la segnalazione al Sisp anche per mia mamma e per mio fratello, che vive con loro, per avere i tamponi». L’uomo per due giorni ha avuto la febbre, poi è sparito ogni sintomo ma ancora oggi è in attesa del tampone come gli altri familiari.
Anche la famiglia di Monica, con suo marito e sua figlia, si mette da sola in quarantena: tutti manifestano sintomi da coronavirus più o meno evidenti, con febbre e tosse. La figlia, in particolare, viene curata con antibiotici, sembra guarire ma poi si ammala nuovamente. «Il medico - dice la donna - ha segnalato più volte, senza avere riscontri. È poi emersa la vicenda delle mail perdute dal Sisp. Viene fatta un’altra segnalazione prima di Pasqua: per mia figlia stavolta va a buon fine, ma nessuno ci chiama, mentre noi tutti restiamo in casa, compresa la famiglia di mio padre».
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