Guasti mai riparati. La protesta di dieci famiglie e una comunità di frati
Fra Ivan e Fra Alejandro, dell’eremo di Abbadia Sant’Alberto: il blocco dei telefoni blocca anche il flusso di pellegrini (foto Milani) |
In un chiostro di monti e boschi di castagni come quello in cui sorge Abbadia Sant’Alberto, minuscola frazione del comune di Ponte Nizza, si vive lontani dal caos, nel silenzio assoluto. Un isolamento così totale che persino i telefoni hanno smesso di squillare. La cornetta è muta da un anno, mentre i cellulari sono sempre senza copertura. È la situazione paradossale che una decina di famiglie e i frati dell’eremo di Sant’Alberto di Butrio si trovano a dover affrontare dall’11 dicembre 2017, giorno in cui il «gelicidio» che ha provocato 4 milioni di danni in tutta la vallata ha causato il crollo di alberi che hanno tranciato le linee telefoniche e messo fuori uso una centralina Telecom. Il telefono fisso è muto, ma gli abitanti pagano puntualmente il canone fisso delle bollette. Qui non ci sono negozi; non c’è il medico e nemmeno una farmacia. I residenti sono tutti anziani, i cellulari servono a poco perché nessuna compagnia assicura piena copertura. Ma da un anno tacciono anche i telefoni fissi. Raccontano due coniugi 80enni del posto: «Per parlare con i nostri figli dobbiamo aspettare che vengano a trovarci».
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