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venerdì 14 dicembre 2018

Manovra, i 5 stelle contro il passo indietro di Conte, Salvini e Di Maio: «Inutile fare i duri se poi ti arrendi»

Dubbi tra i parlamentari. La festa in discoteca (tra le polemiche) per serrare le file

ROMA — Davide Tripiedi scherza: «Il 2 per cento? Nessun problema, era quello che volevamo, c’è stata una trattativa e abbiamo ottenuto il 2,04. Quindi lo 0,4 in più dell’obiettivo». Il deputato 5 Stelle, scherzi a parte, è convinto che alla fine si porterà a casa il reddito di cittadinanza con le misure previste dal contratto. Ma non tutti la pensano come lui e il timore, che in rete sfocia nella solita ondata di critiche e sarcasmi, è che la trattativa sia sostanzialmente fallita e che il passo indietro sia stato evidente. 

Uno smacco per i leader — Luigi Di Maio, ma anche Matteo Salvini e Giuseppe Conte— che hanno ripetuto fino allo sfinimento che non si sarebbero mossi di «un millimetro» dalla ridotta del 2,4 per cento. Ma anche un pericolo concreto, quello di disorientare una platea elettorale che sembra già confusa (gli ultimi sondaggi registrano ulteriori smottamenti). 


Tra i parlamentari c’è un po’ di disillusione: «Inutile fare la faccia dura se poi dobbiamo calare le braghe», riassume uno. Ma soprattutto il timore è che il reddito di cittadinanza si riveli un flop.

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