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domenica 13 marzo 2011

"Si cerca di tornare a vivere Ma la centrale fa paura"

Le testimonianze di alcuni italiani in Giappone. Il racconto delle scosse, il lento ritorno alla normalità. Anche per i giapponesi è stata un'esperienza traumatizzante. E adesso tutti gli occhi sono puntati su quanto sta accadendo a Fukushima

di FABIOLA PALMERI


 
Le strade di Shibuya sono vuote stamattina, come succede solo durante O'Shogatsu (Capodanno) quando davvero tutti i giapponesi sono in vacanza, finalmente insieme con i loro familiari. Ma oggi non è esattamente festa Tokyo, c'è piuttosto un'atmosfera spettrale: non si vedono macchine, persone e tutti i caffè, perfino Starbucks, sono chiusi.  Le persone sono stanche, pochissimi sono riusciti a dormire a causa delle continue scosse di assestamento e per via dello shock. E' adesso che cominciano a rendersi conto della paura.  Alcuni stanno lasciando la capitale per andare verso sud, Kyoto ed Osaka, nel tentativo di allontanarsi dall'onda anomala e dal fumo delle radiazioni nucleari. La sensazione di molti è quella di essere in trappola: hanno superato il Jishin (terremoto) è vero, i palazzi hanno tenuto, Tsu (porto) Nami (onda) non può colpire Tokyo, tuttavia c'è un'onda anomala tutta psicologica, che si chiama consapevolezza del disastro, arrivata nella capitale giapponese con tutta la potenza dei dieci metri d'acqua che si sono abbattuti su Sendai. Ma la paura non si sta allontanando come si desidererebbe.

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