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mercoledì 16 marzo 2011

Tagli alla famiglia, Giovanardi se ne va Si sblocca nomina di Romano all'agricoltura

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio: "A fronte della decurtazione del fondo di più del 90% in tre anni, non sono in grado di esercitare la mia delega". Presto il rimpasto di governo? Domani il premier al Quirinale per indicare l'esponente Pid che salvò la maggioranza il 14 dicembre e Galan ai Beni culturali

 

ROMA - I tagli firmati Tremonti continuano a scuotere il governo. La rigida politica economica imposta dal ministro dell'Economia provoca nuove tensioni all'interno dell'esecutivo. Oggi è la volta del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi: "A fronte della decurtazione del fondo per la famiglia di più del 90% in tre anni, non sono in grado di esercitare la mia delega".

Giovanardi precisa che "i 20 milioni che rimangono" al dipartimento della Famiglia "dovrebbero essere concordati con le Regioni. Non si può quindi far fronte alle spese obbligatorie, ad esempio per le adozioni familiari e per la legge sulla conciliazione casa-lavoro. E' una situazione francamente insostenibile. Potrei dire polemicamente che non è vero che vengono fatti solo tagli lineari perché sul fondo della famiglia siamo andati ben al di là". Con questo taglio "che non posso accettare", conclude Giovanardi "il dipartimento non sarà in grado di fare le azioni di coordinamento e promozione".

Lo strappo di Giovanardi si inserisce in una scia già tracciata. Ovvero il malumore per "lo strapotere" di Tremonti. Lo stesso Berlusconi, solo ieri, davanti alle proteste dei poliziotti per i tagli 1, si è difeso puntando il dito contro il responsabile dell'Economia. Per non parlare della cultura e della protesta che sale ormai da tempo. Ieri si è dimesso anche il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, Andrea Carandini 2. La stessa scelta fatta dal suo predecessore Salvatore Settis. 

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