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mercoledì 5 dicembre 2018

Tria tentato dalle dimissioni: troppe tensioni interne. E su pensioni e reddito il ministro apre a modifiche

L'isolamento del ministro dell'Economia, che non vuole essere il capro espiatorio per ciò che non ha funzionato


Non lo aveva neanche preso in considerazione a metà settembre quando Rocco Casalino, portavoce di Palazzo Chigi, aveva orchestrato un’aggressione senza precedenti ai suoi uomini. Non ci aveva pensato più di qualche ora a fine settembre, quando i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini ignorarono la sua proposta sul bilancio. Ora però Giovanni Tria, ministro «tecnico» dell’Economia in un governo politico, è tentato dalle dimissioni più che in qualunque altro momento da quando venne chiamato a sorpresa nel governo sei mesi fa. Lo è così tanto da avere già segnato mentalmente un momento nel quale potrebbe passare la mano: durante la pausa di fine anno, quando la legge di bilancio sarà stata approvata in parlamento.
Non si tratta di una decisione già presa – sottolineano varie persone che lo conoscono — quindi Tria potrebbe restare al suo posto come del resto è già successo dopo vari incidenti politici del passato. Una figura dell’amministrazione precisa che il ministro certo non lascia, «per adesso». Ma chi ha parlato con lui racconta di averlo trovato stanco sul piano fisico e mentale ma soprattutto “stufo” di subire dal governo quelli che considera colpi alla sua credibilità. Ultimo in ordine di tempo, il comunicato di Salvini e Di Maio domenica scorsa nel quale i due leader politici ignorano Tria e sottolineano solo la loro fiducia nel premier Giuseppe Conte quale protagonista della trattativa con la Commissione Ue sui conti pubblici. Il dettaglio decisivo di quel comunicato arriva quando i vicepremier rimarcano il ruolo di Conte nel rapporto con colui che sarebbe l’interlocutore istituzionale del ministro dell’Economia: il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. Proprio come se Tria non esistesse o il suo ruolo non fosse apprezzato all’interno del governo.


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