Che cosa c’è nelle 120 pagine del provvedimento per parare i contraccolpi della pandemia. Le misure sono moltissime, per un totale di 15 miliardi che dovrebbero accontentare soprattutto dipendenti e famiglie
Il governo ha quasi finito di scrivere la maxi manovra che dovrà varare entro domenica, prima delle scadenze fiscali del 16 marzo, e che dovrebbe stanziare circa 15 miliardi, anche se non è escluso questa cifra possa essere superata. L’accordo completo ancora non è stato raggiunto, mancano ancora i via libera di regioni e opposizioni, e quindi il Consiglio dei ministri previsto per ieri sera è slittato. Meglio prendere un paio di giorni per studiare a fondo la bozza che contiene le proposte dei vari ministri, e che ha ormai superato le 120 pagine.
Le misure sono tantissime e sono pensate per cercare di andare incontro a tutte le categorie, specialmente quelle più colpite da queste prime settimane di crisi.
Le misure sono tantissime e sono pensate per cercare di andare incontro a tutte le categorie, specialmente quelle più colpite da queste prime settimane di crisi.
Pacchetto lavoro
Le misure più attese sono quelle che riguardano il sostegno ai lavoratori costretti al fermo per la chiusura delle aziende. Lo stanziamento dovrebbe essere di circa 5 miliardi. Tutti gli strumenti utilizzati, dalla cassa ordinaria a quella in deroga, inclusi gli assegni di solidarietà, dovrebbero avere una durata massima di nove settimane.
Le misure più attese sono quelle che riguardano il sostegno ai lavoratori costretti al fermo per la chiusura delle aziende. Lo stanziamento dovrebbe essere di circa 5 miliardi. Tutti gli strumenti utilizzati, dalla cassa ordinaria a quella in deroga, inclusi gli assegni di solidarietà, dovrebbero avere una durata massima di nove settimane.
Il provvedimento stabilisce che i datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività lavorativa a causa della diffusione del virus possono presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all’assegno ordinario, indicando la causale “emergenza Covid-19”. La domanda deve essere presentata entro la fine del quarto mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di stop o riduzione dell’attività lavorativa.
L’assegno è concesso anche ai datori di lavoro iscritti al Fondo di integrazione salariale con più di cinque dipendenti. L’accesso al trattamento è previsto anche per le aziende che si trovano già in cassa integrazione straordinaria e per i datori di lavoro che hanno contratti di solidarietà in corso. Il governo ipotizza che a usufruire di questo fondo saranno il 40% delle aziende con più di cinque dipendenti, per un totale di 2,5 milioni di addetti, che assorbiranno circa 361 milioni di euro. A questi vanno aggiunti altri 99 milioni di euro per finanziare l’abolizione dei tetti aziendali e dei limiti di durata della prestazione.
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