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mercoledì 18 marzo 2020

Coronavirus, parchi pieni e ciclabili affollate. In una settimana 43mila denunce. Spadafora: “Valutiamo divieto assoluto di attività all’aperto”

Da Nord a Sud, sindaci e governatori cercano di evitare assembramenti chiudendo perfino i lungomare. Il governatore Fontana: "Se si dovesse andare avanti così, domanderemo provvedimenti più rigorosi". Il Tar Campania ha respinto il ricorso contro l’ordinanza 'anti-passeggiate' del presidente della Regione Vincenzo De Luca


Binari affollati come in un qualsiasi lunedì mattina, vagoni della metro pieni, aree verdi prese d’assalto da un esercito di runner e persone a passeggio. Nonostante l’obbligo di restare a casa imposto dal decreto del presidente Conte, per limitare i contagi da coronavirus, le foto scattate a Milano mostrano ancora moltissime persone fuori dalle mura di casa. Troppe, secondo il governatore Attilio Fontana, che in un punto con la stampa in diretta streaming annuncia la possibilità di una nuova stretta: “Per adesso ve lo chiediamo, ma, se si dovesse andare avanti così, domanderemo al governo provvedimenti più rigorosi“. Il resto d’Italia non fa eccezione: approfittando dell’unica “area grigia” del decreto, cioé il permesso di portare fuori il cane e di fare attività sportiva all’aperto, parchi, piste ciclabili e lungomare spesso sono più affollati di prima. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, valuta se tagliare la testa al toro ed eliminare anche questa possibilità: “Abbiamo lasciato questa opportunità perché ce lo consigliava anche la comunità scientifica – dice ai microfoni del Tg1 – Ma se l’appello di restare a casa non sarà ascoltato saremo costretti anche a porre un divieto assoluto di attività all’aperto”.

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