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domenica 22 marzo 2020

Nel cuore della notte Conte prende il rischio più grande: per la prima volta nella storia della repubblica si ferma il cuore produttivo del paese

L'analisi di Luca Telese in seguito al discorso del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte con cui ha annunciato che vengono chiuse tutte le attività produttive del paese non essenziali

Alla fine Giuseppe Conte ha parlato ancora. Adesso che la decisione più grave è calata sul tavolo, nel cuore della notte, la piccola guerra del tira-e-molla che abitava il Palazzo da giorni è finita: tutto chiuso, l’Italia chiude qualsiasi attività produttiva, su tutto il territorio nazionale, esclusi i servizi essenziali. Non ci sono mezze misure, come non ce ne sono state fino a ieri.
Ma quanta sofferenza e quanto dolore in questo ultimo passo, nella scelta più difficile del presidente del Consiglio da quando è a Palazzo Chigi. Quanti retroscena dietro queste breve messaggio. Giuseppe Conte è apparso su tutti gli schermi in diretta Facebook, in ritardo rispetto ai tempi annunciati – le 22.45 – con le solite tre bandiere dietro le spalle e un’aria che apparentemente non tradiva emozioni o conflitti, la guerra tra alternative drastiche che si è consumata in queste ore.

“Occorre che continuiamo a rispettare tutte le regole. È difficile lo so…”. Il ritardo nella messa in onda del messaggio video, però, tradiva quello che la calma apparente del premier non rivelava: fino all’ultimo minuto il provvedimento è stato negoziato con le parti sociali, discusso con i medici, combattuto e modificato nel confronto con le opposizioni: “La decisione è quella di chiudere sul territorio nazionale ogni attività che non sia finalizzata a garantire al paese i servizi essenziali”.

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