Il Carroccio ha scelto Sergio Armanini per le prossime comunali a Merano, in provincia di Bolzano. Nel 2014 su Facebook aveva invitato una cronista a mettersi il burqa e ad andare in Nigeria a farsi violentare: "Così forse si sveglierà"
Augurare a una giornalista di essere stuprata cento volte? Nella politica italiana fa curriculum.
Lo dimostra il caso di Sergio Armanini, esponente delle Lega di Merano, in provincia di Bolzano, che nonostante le sue deliranti minacce a una cronista è stato appena scelto dal suo partito come candidato alla poltrona di sindaco per le prossime comunali previste per inizio maggio.
Lo dimostra il caso di Sergio Armanini, esponente delle Lega di Merano, in provincia di Bolzano, che nonostante le sue deliranti minacce a una cronista è stato appena scelto dal suo partito come candidato alla poltrona di sindaco per le prossime comunali previste per inizio maggio.
Armanini, che è già consigliere comunale del Carroccio, nel 2014 era arrivato alla ribalta delle cronache nazionali per un suo commento su Facebook rivolto a una giornalista, "colpevole" di aver intervistato un musulmano che aveva aperto una pagina sul social network dal titolo "Convertirsi all'Islam".
«Ma perché non le mettiamo un burka e la facciamo andare in Nigeria? Forse, dopo il centesimo stupro si sveglierà», aveva scritto Armanini alla cronista del Corriere dell’Alto Adige Silvia Fabbi, aizzandole contro un'ulteriore ondata di insulti. Un'uscita per cui lo stesso Armanini, dopo essere finito su decine di giornali e siti, è stato poi costretto a scusarsi.
«Ma perché non le mettiamo un burka e la facciamo andare in Nigeria? Forse, dopo il centesimo stupro si sveglierà», aveva scritto Armanini alla cronista del Corriere dell’Alto Adige Silvia Fabbi, aizzandole contro un'ulteriore ondata di insulti. Un'uscita per cui lo stesso Armanini, dopo essere finito su decine di giornali e siti, è stato poi costretto a scusarsi.
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