Due mesi prima del crollo nella galleria Bertè sulla A26, il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici in un documento inviato alla direzione generale del ministero delle Infrastrutture, ad Autostrade, al Dipartimento dei Vigili del Fuoco e a tutti i Provveditorati alle Opere pubbliche d’Italia segnalava «105 gallerie a rischio, sparse su tutta la rete autostradale gestita da Aspi». Ma, oltre a queste, «ce ne sono un’altra novantina, in carico ad altre concessionarie e probabilmente in altre lettere spedite ai gestori». A riportare la notizia La Repubblica e La Stampa.
«La lettera del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, datata 7 novembre 2019, acquisita nelle diverse indagini e perquisizioni compiute dalla Guardia di Finanza (Primo Gruppo e Nucleo Operativo metropolitano) sui 43 morti del 14 agosto 2018, sui falsi report dei viadotti “malati”, sulle barriere antirumore a rischio crollo, è finita agli atti dell’inchiesta sul cedimento in galleria», scrivono i giornali.
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